Dettaglio

stampa questa pagina stampa

Trascina il cursore della barra per ingrandire o rimpicciolire l'immagine

passare il mouse sopra l'immagine per visualizzarla nella sua dimensione originale



immagine a schermo intero[306.56 Kb]

Informazioni principali

INVENTARIO
5998
SCHEDA
4C0775
OGGETTO
Scultura
SOGGETTO
Il Genio dell'Insurrezione
CRONOLOGIA
1869
MATERIALE TECNICA
Bronzo
MISURE
cm 124 x 43 x 40
COLLOCAZIONE ATTUALE
Deposito Pirelli, scaffale M, piano 1
ISCRIZIONI
Sul basamento, a rilievo, la targhetta: "Il Genio dell'Insurrezione", in lettere capitali.
Sul nastro della bandiera: "Unione e Libertà"
DESCRIZIONE
Gruppo scultoreo raffigurnate un giovane nudo, in piedi, con gamba sinistra in avanti e braccio destro sollevato in alto; il busto è in parte coperto da una fascia che gli scende dalla spalla destra. Nella mano sinistra tiene l'asta di uno stendardo con iscrizione. Poggia i piedi su una base costituita da massi, ruote di cannone, barili di polvere, oltre che su uno stemma austriaco infranto.
NOTE
Stato di conservazione: ottimo.
Come riportato in "Madonna Verona" (n. 2, anno 1907), l'opera entra nelle Collezioni Civiche, tra il 1 aprile e il 30 giugno 1907, come dono dell'autore unitamente ad altri suoi lavori.
Ne danno ulteriore conferma un elenco manoscritto di opere donate da Zannoni che si conserva nell'archivio storico del Museo; un numero successivo di "Madonna Verona" (1908) e la guida realizzata da Trecca nel 1912.
Dobbiamo allora supporre una sua esposizione nella sala della scultura contemporanea nella sede di palazzo Pompei.
Come testimonia la scheda storica, l'opera fu poi collocata presso la sede del "Municipio, divisione I, sala riunioni tasse, piano terra".
La sua prima ideazione dovrebbe risalire alla partecipazione dell'artista a un concorso del 1868 bandito dalla città di Vicenza, con una commissione giudicatrice presieduta da Luigi Ferrari, per una statua da collocare a Monte Berico a ricordo dei moti del 1848. L'incarico fu poi affidato al milanese Antonio Tantardini.
Zannoni ripresentò l'anno dopo, quindi nel 1869, il suo modellino in gesso, che non prese mai le dimensioni monumentali e a cui si deve forse ricondurre questa versione bronzea.
La statua si pone allora isolata rispetto al resto della sua produzione, tanto monumentale quanto di genere; da un punto di vista cronologico e stilistico è da collocarsi nella sua fase giovanile